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NATURALITER

(avverbio latino = “secondo natura”)

Tre sono gli elementi essenziali che vengono coinvolti nella scultura:

la terra         il mare         l’aria.

Come per tutti gli esseri viventi il cervello ed il cuore costituiscono la potenzialità di esistere, così per i vegetali in genere l’apparato radicale è il fulcro in cui si concentrano le loro funzioni vitali.

Operare sulle radici di una pianta di grandi dimensioni e ricca di numerosi anni, deceduta ed estirpata per malanni che le sono occorsi, (tipo le disastrose gelate del 1985 che falcidiarono una messe sterminata di rigogliosi olivi) e cercare di modellarne un blocco, sia pure presentando modeste dimensioni, ci pone a contatto di tutti quei movimenti, di tutte quelle tensioni o aspirazioni che hanno permeato il suo “iter” nel corso degli anni, mentre perplessità continue si affollano per cercare di assecondare al meglio la sua vitalità interrotta.

La paura di sbagliare o di attuare scelte pericolose spesso rasentano l’incubo ma intervento dopo intervento ogni forma nuova che appare è propedeutica alla successiva e, lentamente, tanto lentamente, si disvela in quella che sarà la sua immagine finale.

Ispirandomi quindi ai suggerimenti messi in atto dalla Natura, scontata di conseguenza la scelta del titolo, e operando bonifiche là dove gli elementi e gli anni avevano infierito, (creando piccoli e grandi vuoti, cunicoli, abrasioni, fenditure, anfratti, dossi, balzi, gallerie) e modellando ove possibile, ora la struttura si presenta con un aspetto desueto ma colmo di suggestione che si concretizza in infinite figurazioni tese ad esaltare il silente trionfo del Creato.

Come ogni frammento di cosmo, ogni battito d’ali o alternarsi di luce hanno, possiedono nell’intimo quella scintilla di vitalità, quello slancio di esistere, che di ogni atomo ne sanciscono unicità di espressione, così anche nelle elaborate creazioni della Natura ogni cosa interpreta una manifestazione, una volontà di essere che si traducono in un accorto disegno della Creazione perché si sappia che tutto discende da un suo palpito e che ovunque l’alito del divino s’è soffermato per apporvi il suo sigillo.

Abitualmente la nostra capacità di “lettura”, di interpretare, intorpidita dalle facili acquisizioni che ci ammanniscono i “media” e di fronte ai percorsi fantasiosi della Natura si può trovare impreparata ed incapace di coglierne bellezza e perfezione ed ammirarne l’imprevedibilità e la ricchezza dell’estro creativo.

Ricercarle scoprirle esaltarle sono operazioni che vengono concentrate in un solo sostantivo:  m a g i a.

Una dovizia di figurazioni compaiono sulla scultura, si intravedono creature dell’ambiente marino che fluttuano assecondando il moto delle maree: si notano, evidenziate in bassorilievo, le immagini di molluschi, gasteropodi e bivalvi, (comunemente conosciuti sotto il nome di conchiglie), serpenti marini, il capo appena accennato di due pesci (risultano sovrapposti e sono una salpa ed un pesce di S. Pietro), mentre domina fra tutti, incontrastata, una manta, signora degli abissi che con estrema eleganza si sposta nel liquido elemento traslando la sua notevole mole, (raggiunge gli oltre otto metri di stazza e le tre tonnellate di peso), con imperturbabile disinvoltura.

Le figurazioni simboliche sopra descritte concentrano, nelle culture vicine alla Natura, come quelle dei nativi americani, il potere dei tre elementi qui di seguito elencati: l’aria, il mare e la terra.

– A R I A  – Gli animali alati sono un simbolo naturale dell’elemento aria, del volo, dello spirito che s’innalza verso il cielo; presso gli Ainu, in Giappone, il g u f o   r e a l e (immagine in negativo al vertice della scultura), è benefico e fidato, in quanto avverte gli uomini dell’approssimarsi del male o del pericolo, viene adorato come un Dio o fa da mediatore fra gli uomini e la divinità. Anche nell’isola di Samoa è considerato come simbolo sacro. Appollaiato sulla sommità della scultura, a guisa di creatura silente e misteriosa, dispensa bene e protezione.

– M A R E – Annosi studi e ricerche hanno confermato che i primi vagiti delle creature viventi abbiano avuto come culla l’ambiente marino, poi, grazie a secoli di elaborazioni e di adattamenti, le varie specie si sono evolute assumendo le caratteristiche definitive. Anche alcuni dei mitici, giganteschi abitanti preistorici, i favolosi dinosauri, nacquero come Venere dal mare. Mentre per i mammiferi un chiaro riferimento all’elemento liquido è dato dalla sacca amniotica entro cui si sviluppa l’embrione.

– T E R R A – Presso gli antichi romani essa era anche considerata e venerata come una divinità, (M. T. Cicerone e Svetonio), presso i nativi americani era uno degli elementi più importanti della loro fede, infatti nella loro religione ogni invocazione, ogni prece iniziava dalla Madre Terra cui si associava il Grande Spirito. Difatti come madre paziente, generosa, accogliente, prolifica, essa continua a prodigarci i suoi doni, mentre tollera i nostri errori ed i nostri egoismi ma, credo, ancora per poco. Ma qui è d’uopo ricordarla come Colei che ha generato e nutrito l’albero d’olivo che ci ha donato la scultura.

Attraverso la sofferta distillazione della forma, attuata con opera di appassionata ricerca, la realtà finale può esplodere in maniera unica. Magica. E, a volte, rasentare l’apoteosi del semplice.

Stupore, meraviglia, commozione, incanto, presi singolarmente, sono sentimenti comuni, ma io ho cercato di concentrarli, insieme ad una notevole carica emotiva, nella scultura presente perché venga percepita la sua “a l l u r e” emersa dopo una lunga pausa di oltre duecento anni e, sotto questo nuovo aspetto, ammirare, ancora una volta, la grazia e la spontaneità di come il Creato si offre ai nostri sguardi per dialogare con la nostra anima.

M M V I

Francesco Paolo Danisi