Biografia di Paolo Danisi

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paolo-col-scultureSalve,

sono Francesco Paolo Danisi, per gli amici Paolo, nato a Palo del Colle (Bari) il 22 agosto del ’29 ma vivo a Firenze oramai dal 1955. Mi sposai nel ’57 ed ho avuto 2 figli, oramai più che grandi, che a loro volta mi han dato quattro meravigliosi nipoti: Matteo, Ginevra, Maira e Sebastian. Sono in pensione, dopo aver lavorato tutta la mia vita in banca, e da alcuni anni amo lavorare le radiche di olivo. Da un amico che vive all’Impruneta (fertile campagna nell’immediata periferia fiorentina) sono solito scegliere e portarmi a casa i pezzi di radice, talvolta anche di tronco, di questa antica e nobile pianta che è l’olivo.
Con pazienza e semplicità inizio il mio lavoro di studio, scoperta e scultura. Mia moglie Paola, che mi sopporta in questo mio hobby, divide con me la sua cucina in quanto, non avendo per me un laboratorio a disposizione, le mie sculture è proprio in questa cucina che le creo; immaginate voi ogni volta che lavorone dover ripulire e riassettare dopo ogni mio “intervento”…! Le pagine di questo sito mi servono unicamente per divulgare quest’arte che io ho appreso in modo autodidatta e riesce a darmi infinite soddisfazioni ed immense gioie!

Un messaggio, per il visitatore, per colui che capirà, oltre ogni spiegazione, la risposta alle due più soventi domande:

Perché fare ciò?” … e … “Dividersi da loro oppure no?

Confiteor                       (dal latino = confessare – riconoscere – ammettere)

        Non tutti hanno disponibilità e pazienza ad accettare o giustificare l’operato di chi si accinge a sondare i misteri della Natura, (occultati e custoditi in un pezzo di olivo), e avere l’indulgenza necessaria a capire lo spasmo, quasi sempre dolce ma, a volte anche dilaniante, della ricerca, l’accanimento instancabile quasi doloroso che caratterizza gli inizi e poi il seguito, gravato dall’incubo sottile e costante di commettere errori che potrebbero modificare irreversibilmente il progetto originario mentre il tutto viene condotto con sincera volontà di interpretare e dare giusta dimensione a quanto ci viene offerto.

        Al termine si resta avvolti da un grato stupore e l’opera viene accolta come un dono grande e inaspettato e si ringrazia il Cielo per aver concesso adeguata duttilità a recepire i singoli aspetti che attraverso studi e ricerche avrebbero poi assunto l’aspetto definitivo.

        Da subito, come in corso d’opera, si vive una realtà magica, frazionata in tante piccole scaglie d’esistere, ognuna ricca di meraviglia, di paura, di esaltazione e di applicazione costante, e, quando la mente e le mani, riescono a dare compiutezza all’ascoso disegno della Natura ed evidenziarne il suo messaggio, si resta quasi svuotati e poi, lentamente, assaporando ogni istante con cura gelosa, ci si accorge di essere rilassati e appagati, in pace con il mondo e ricchi di conoscenze nuove, le ultime, prezioso e sempre più accattivanti, diverse, stimolanti e impegnative.

        È il risultato finale che ha accolto i sentimenti più complessi come concentrazione, il piacere, sottile ed entusiasmante, delle piccole inaspettate scoperte, smarrimento e stanchezza e stupore, l’ansia di riuscire a tutti i costi, e passione, tanta infinita passione, vissuta istante dopo istante con partecipazione assoluta e con esperienze, ogni giorno più nuove e più attente, e la determinazione di impegnarsi di più e meglio di quanto umanamente si possa. Sempre e comunque.

        Separarsene può essere giusto ma ogni opera reca nel suo DNA parte del mio cuore e della mia anima, e le attente e accurate ricerche in campo iconologico, filologico, storico, etnologico ed etimologico, dilagate e approfondite su dizionari diversi per corredare di notizie complete l’opera ultimata.

        Ecco: confiteor: per me sono creature vive, palpitanti ed ognuna esprime, nel suo muto linguaggio visivo, il mio povero timido amore e la mia infinita ammirazione per tutte le meraviglie che il Creato ci ha elargito.

Firenze, 2009

                                                                                                                   Francesco Paolo Danisi