Iconologia

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ICONOLOGIA

Studio ed interpretazione delle immagini simboliche ed allegoriche che si trovano in opere d’arte.

Attualmente il termine è usato per indicare un tipo di ricerca storico-artistica volta più all’interpretazione del significato dell’opera figurativa che non alla semplice identificazione del suo soggetto.

(dal vocabolario della lingua italiana Treccani)

Iconologia

Una grafica, un dipinto, una scultura sempre si propongono a livello di immagine, da qui scaturisce l’antica asserzione: “Ut scultura, verbum” significando narrazione attraverso immagini. E la natura sottopone alla nostra attenzione, di continuo, forme sempre diverse di espressione dimostrando una vena creativa inesauribile.

Dall’Alfa all’Omega, dall’inizio alla fine, adotta tutto un percorso di immagini esprimendo pienezza e dissolvimento e, fra gli stadi intermedi, l’arco di una esistenza. “Iconologia” ne interpreta gran parte.

In alto appare l’Alfa colma evidenziata rigogliosa perché celebra l’inizio dell’esistenza, è presaga di futuro e pulsa di accadimenti a venire. Sempre in alto compare l’Omega espressa in negativo, è sfuggente indefinita, induce a pensare al termine, all’estinzione, al concludersi di un ciclo vitale.

La loro collocazione sulla sommità della scultura è giustificata dalla considerazione che, trattandosi di casi limite ed entrambi afferenti la sfera emotiva, la relativa spiritualità derivante non potesse esprimersi in modo difforme.

In basso albergano vari vuoti ospitanti le emozioni di ognuno, importanti per quello che esprimono o celano, indecifrabili e lontane da un metro comune eppure legate da vincoli, da strati di connessioni che creano un tutto armonico e comune.

Quasi in prossimità della base emerge la fertilità (nelle sue varie forme) espressione del proseguire dei vari aspetti della vita.Quella umana, protesa verso l’Alfa, è circondata, protetta da cordoli che protudono da un intrico simboleggiante le radici del vetusto nodoso possente albero della Vita: l’Olivo.

In disparte un Drago, successiva elaborazione della natura del mitico dinosauro [dal greco Deinos : terribile e Sauros: lucertola].

In Oriente il drago conserva il suo aspetto benefico rappresentando il potere celestiale, ma è in Cina che raggiunge l’apice del significato simbolico o mitologico.

È rappresentazione della massima autorità spirituale e indica tutto che è soprannaturale, infinito, i ritmi della natura manifesti nel potere divino di cambiamento e trasformazione. È il Cervo celeste, il Sole, il Cielo e la pioggia feconda. I Draghi simboleggiano tutto ciò che è di sacro e possono essere divinità delle 5 Regioni: Nord – Sud – Est – Ovest – Centro.

Accanto, proteso verso l’alto e colmo di vento, compare un aquilone.

In epoche passate in Oriente l’aquilone fu il mezzo privilegiato per comunicare con gli spiriti interpretandone il futuro e raccogliendone gli auspici.

Alcune tradizioni persistono ancora.

In Indonesia gli aquiloni rappresentano l’anima di chi li fa volare, in Guatemala si lanciano solo nei cimiteri perché parlino in silenzio con l’Aldilà, in Giappone li fanno volare di notte intorno alla casa quando nasce un bimbo perché il vento disperda gli spiriti maligni dell’oscurità. In Tailandia si crede servano a scongiurare le inondazioni.

Ma anche per noi occidentali i vari significati possono essere compresi se facciamo riferimento alla loro notevole carica emotiva.

Su tutto il globo l’aquilone conserva la sua profonda valenza poetica perché non è rumoroso né inquietante bensì creativo e socializzante. Sembra uno specchio dell’anima e dà l’idea dello stesso trascendente simbolo della libertà.

Accanto giganteggia, rovesciata, una impronta di chiave in negativo.

Rappresenta il criterio interpretativo di una realtà psicologica, sociale o culturale perché è nel nostro interiore [scendere, frugare nell’intimo, di qui la sua collocazione capovolta] che dobbiamo reperire il tramite per confrontarci quotidianamente con la realtà che ci circonda.

Vicino un’anaconda si distende pigramente fuori dal suo liquido elemento, mentre in basso ospita una notevole protuberanza che simboleggia una goccia.

In Sudamerica le immagini dei serpenti usate come amuleto hanno un effetto apotropaico [dal greco Apotropaios: che allontana. Detto di oggetti, atti, iscrizioni e formule orali che, per la loro particolare carica magica sono ritenuti capaci di allontanare o distruggere gli influssi malefici provenienti da cose, da animali o da avvenimenti o persone].

La goccia del contorno massiccio e vuota esprime l’amore che scende nel profondo, la vitalità che alimenta e permea tutto. [Rochester scrisse: “v’è una goccia celeste che i Cieli hanno versato nel calice della vita per correggerne l’amarezza, si chiama AMORE”].

Al culmine appare, in misura ridotta ma essenziale, un girino, uno dei primi stadi di esistenza; esso ospita il viso di un panda manifestante curiosità e interesse, gli unici ingredienti per accostarsi a vivere, insieme a tanto rispetto, il perenne miracolo della vita.

Mentre il girino interpreta la rana che, essendo una creatura acquatica, è un animale lunare che porta con sé la fertilità e la nuova vita, sorgendo dalle acque e possedendo una pelle umida che si contrappone all’aridità della morte, simboleggia anche la vita e la resurrezione.

La stessa base, in acciaio temperato, su cui insiste la struttura interpreta fedelmente sia la durezza dell’esistenza che la tenacia della natura nel cercare sempre di sopravvivere.

A volte se riusciamo a spogliarci della nostra supponenza ed osserviamo gli incanti che la natura ci offre possiamo leggere il magico ordito delle sue opere e penetrarne la relativa iconologia.

V/MMII

Francesco Paolo Danisi